La fobia nell’infanzia, come per gli adulti, è una paura estrema, immotivata e sproporzionata verso qualcosa che non rappresenta una reale minaccia, con cui gli altri si confrontano senza particolari problemi.
Le fobie più comuni nell’infanzia hanno come oggetto: animali, insetti, temporali, suoni forti, buio, sangue e ferite, visite mediche o dentistiche, altezza, luoghi chiusi. Le fobie possono variare o intensificarsi a seconda della fase di sviluppo.
La fobia nei bambini si evidenzia fisicamente con disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, tachicardia, sudorazione eccessiva, tremolii e spossatezza. La reazione più immediata dei bambini che vivono stati fobici è la fuga. Scappare è una strategia di emergenza. I bambini fobici iniziano ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate alla paura, ma questa strategia riduce solo nell’immediato gli effetti della paura. Nel tempo la situazione peggiora, perchè ogni evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara all’evitamento successivo.
Questa spirale di evitamenti continui produce l’incremento, non solo della sfiducia nelle proprie risorse, ma anche della reazione fobica della persona. Bambini con fobia specifica con il passare del tempo tendono, a causa delle condotte di evitamento, a ridurre i propri comportamenti, ponendosi a rischio di ritiro/isolamento sociale.
Il disturbo, se sottovalutato, può diventare fortemente invalidante per lo sviluppo sociale e psicologico del bambino.
Le fobie specifiche che compaiono solitamente durante l’infanzia o l’adolescenza, se non trattate, tendono a persistere nell’età adulta. Per questo è importante riconoscerle e trattarle in modo adeguato attraverso un percorso terapeutico di desensibilizzazione, per restituire al bambino un’infanzia tranquilla e aperta alle esperienze.