Possono coesistere col disturbo specifico di apprendimento problemi nei comportamenti a scuola, a casa e nelle attività di tempo libero, ma questi non costituiscono di per sé un disturbo specifico dell’apprendimento. Si denotano come “specifici” in quanto il disturbo interessa un’abilità circoscritta mentre il funzionamento intellettivo globale è intatto. In altri termini, deve emergere una “discrepanza” tra le capacità intellettive che risultano nella norma, e un’abilità specifica (es. lettura) la quale risulta deficitaria in rapporto all’età ed alla classe frequentata dal soggetto. I disturbi specifici dell’apprendimento hanno una base neurobiologica, alcune anomalie funzionali e strutturali a carico di determinate aree cerebrali vengono indicate come una delle cause dei disturbi specifici dell’apprendimento, inoltre intervengono anche fattori ambientali.
Sempre più studi confermano l’origine genetica dei disturbi specifici dell’apprendimento andando a determinare un’anomala capacità d’apprendimento che quindi si manifesta già dalle prime fasi dello sviluppo. Ogni abilità d’apprendimento segue un percorso specifico che tende ad avere una diversa espressività a seconda delle varie fasi dello sviluppo. A conferma di una comune origine biologica questi disturbi tendono a presentarsi contemporaneamente; il disturbo deve avere un’interferenza significativamente negativa sull’adattamento scolastico e/o sulle attività di vita quotidiana.
Vediamoli nello specifico:
1. Disturbo specifico di lettura- Dislessia evolutiva
“La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità che il bambino ha raggiunto (precisione, velocità o comprensione della lettura) è inferiore a quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica, il livello di avanzamento scolastico e l’assenza di un deficit di intelligenza. La dislessia interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura. Nei bambini dislessici la lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale che quella a mente sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione”.
Manifestazioni ed errori tipici che permettono di riconoscere il disturbo sono:
-difficoltà nel distinguere lettere simili dal punto di vista grafico (es. “f-t”; “m-n”; “c-e”);
– difficoltà nel distinguere lettere uguali ma con diverso orientamento (es. “d-q”; “p-b”; “a-e”; “u-n”; “b-d”);
– difficoltà nel distinguere lettere corrispondenti a suoni somiglianti da un punto di vista percettivo-uditivo (es. “t-d”; ”s-z”; “f-v”; “c-g”; “l-r”; “p-b”; “m-n”);
– omissione di parole e/o salti di riga;
– omissione di lettere e sillabe: durante la lettura il bambino non legge consonanti, vocali o sillabe intere;
– inversione di sillabe: il bambino inverte la posizione di una sillaba che compone la parola (es. artiloco invece di articolo);
– aggiunte e ripetizioni di sillabe o lettere dentro la stessa parola (es. campagnana);
– difficoltà nella lettura di parole poco comuni o poco usate;
– difficoltà di riconoscimento dei gruppi consonantici complessi (“gn”; “gh”; “gl”; “sc”);
– prevalenza della componente intuitiva: poiché il bambino non riesce a leggere correttamente usa maggiormente la componente intuitiva, ossia anticipa quella che potrebbe essere la parole scritta, compiendo errori.
2. Disturbo specifico di scrittura – Disortografia e disgrafia
La disortografia consiste in una difficoltà nel realizzare il passaggio dalla parola udita a quella scritta. In altri termini, il bambino disortografico non è lo studente che non conosce le regole ma che nel tradurre in forma scritta il linguaggio parlato commette un numero eccessivo di errori, specialmente sotto dettatura, rispetto ai compagni della propria età/classe.
Gli errori più frequenti sono:
– confusione tra lettere simili tra loro (es. “f-v”; “t-d”; “b-p”; “l-r”);
– confusione tra lettere simili nella forma (es. “p-b”);
– omissioni di alcune parti della parola (doppie lettera, consonanti o vocali all’interno della parola);
– inversioni della posizione delle lettere che compongono la parola (articolo-artiloco).
La disgrafia è invece un disturbo a carico della componente grafica della scrittura: nello specifico, la qualità, intesa come leggibilità delle lettere e delle parole, e l’efficienza, intesa come velocità di scrittura, risultano compromesse. In altri termini, la calligrafia dei bambini disgrafici risulta difficilmente comprensibile. Inoltre può emergere una significativa lentezza nella scrittura riconducibile ad una scarsa coordinazione motoria.
Caratteristiche tipiche del disturbo sono:
– scrittura irregolare e difficilmente comprensibile;
– impugnatura scorretta e/o posizione del corpo inadeguata;
– utilizzo inadeguato dello spazio (es. non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra le lettere e tra le parole, non segue la linea di scrittura);
– pressione sul foglio inadeguata (spesso eccessiva);
– difficoltà nella riproduzione grafica di figure geometriche e nel disegno in generale;
– scarsa coordinazione oculo-motoria;
– scarsa armonia del gesto (la mano non scorre adeguatamente sul foglio, velocità eccessiva, estrema lentezza, movimenti “a scatti”, frequenti interruzioni).
3. Disturbi specifici del calcolo – Discalculia
“La caratteristica principale del Disturbo del Calcolo e’ una capacità di calcolo al di sotto di quanto è previsto dall’età cronologica del bambino, dai livelli dell’andamento della classe e dall’assenza di un deficit di intelligenza.Il Disturbo del Calcolo interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo.
Sono vari i sintomi presenti in bambini che hanno difficoltà nell’elaborazione del numero:
– incapacità di comprendere i concetti di base di particolari operazioni;
– mancanza di comprensione dei termini o dei segni matematici;
– mancato riconoscimento dei simboli numerici;
– difficoltà ad attuare le manipolazioni aritmetiche standard;
– difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico che si sta considerando;
– difficoltà ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali o simboli durante i calcoli
– scorretta organizzazione spaziale dei calcoli;
– incapacità ad apprendere in modo soddisfacente le “tabelline” della moltiplicazione.
Gli errori più frequenti che caratterizzano il disturbo sono:
– errori di conteggio ed enumerazione (es. 1,2, 4, 5, 7…);
– errori di “lessicazione” (incapacità di trascrivere numeri in cifre : “Ventiseimilanove” = 2609).
– il recupero di fatti aritmetici (es. tabelline);
– il mantenimento e il recupero delle procedure;
– l’applicazione delle procedure;
CHE COSA SI PUO’ FARE?
Per diagnosticare la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia vengono utilizzati dei test specifici e standardizzati (cioè che permettono il confronto tra il bambino che stiamo valutando ed un campione di riferimento di bambini della stessa età e della stessa cultura) che consentono la misurazione sia dell’abilità compromessa che del funzionamento intellettivo. E’ quindi necessario escludere la presenza di condizioni che possano influenzare i punteggi nei test (criteri di esclusione): menomazioni sensoriali e neurologiche gravi (ad esempio un deficit uditivo), disturbi significativi della sfera emotiva; situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione.
La valutazione consiste in una diagnosi clinica dei disturbi dell’apprendimento nel bambino mediante i più moderni strumenti di indagine riconosciuti dalla CONSENSUS CONFERENCE 3 e dal Sistema Nazionale Per Le Linee Guida del Ministero della Salute (http://www.aiditalia.org/upload/cc_disturbi_apprendimento_sito.pdf).
La somministrazione di questi test permette inoltre di accedere presso le UONPIA e le NEUROPSICHIATRIE territoriali (http://www.ospedale.treviglio.bg.it/120.asp).
Il riconoscimento precoce di questi disturbi dell’apprendimento permette a genitori ed insegnanti di intervenire in modo efficace fin dalle prime classi elementari impedendo l’insorgere nel bambino di problemi correlati quali ansie e insicurezze, e permette al bambino stesso una comprensione del problema e lo aiuta a sviluppare strategie alternative per essere sempre al passo con la classe.
Inoltre la diagnosi di questi disturbi permette di accedere, mediante passaggio ai Servizi Sanitari Nazionali, agli strumenti di ausilio e di supporto garantiti per legge (Disegno di legge N. 1006-1036B) .
Richiedi informazioni contattando la Segreteria del CENTROMOSES allo 0363.343286 (segreteria telefonica sempre attiva) o via mail a [email protected]