“E se non va a scuola, cosa farà da grande?” È probabilmente la prima domanda che può venire in mente quando il proprio figlio mostra il desiderio di non andare più a scuola. Queste preoccupazioni sono del tutto normali e assolutamente comprensibili, ma ciò nonostante bisogna ricordarsi che la prima cosa da fare è mantenere la calma, per poi capire quali potrebbero essere le possibili cause e soprattutto il modo migliore per dargli quella spinta in più di motivazione. Analizziamoli insieme.
Le possibili cause e i comportamenti comuni
A molti genitori capita di affrontare il problema del rifiuto scolastico da parte dei figli, che può essere causato da vari fattori e manifestarsi in modi differenti. Ignorare questi aspetti può portare a conseguenze negative sul rendimento scolastico, sullo sviluppo sociale dei figli e sulla loro autostima.
Tra le cause più comuni ci sono:
- Ansia: la scuola può essere una fonte di stress per molti bambini/adolescenti, che potrebbero temere gli esami, il giudizio degli insegnanti o le aspettative esagerate di rendimento;
- Difficoltà di apprendimento: se il figlio ha problemi a seguire il ritmo delle lezioni o soffre di disturbi dell’apprendimento come la dislessia o il disturbo da deficit di attenzione (ADHD), potrebbe sentirsi frustrato o demotivato, preferendo evitare la scuola piuttosto che affrontare queste difficoltà;
- Bullismo o problemi relazionali: un aspetto di cui sfortunatamente molti bambini/ragazzi sono vittime è il bullismo che può portare poi a difficoltà nel relazionarsi con i compagni di classe o con gli insegnanti e al desiderio di sfuggire a queste situazioni sgradevoli e imbarazzanti;
- Problemi famigliari: cambiamenti in famiglia, come separazioni, divorzi, o problemi economici, possono causare insicurezza e stress nei figli, portandoli a preferire restare a casa dove si sentono più al sicuro;
- Orientamento errato o sensazione di obbligo da parte dei genitori: quando i genitori impongono percorsi scolastici o aspettative non in linea con gli interessi dei figli, questi possono sviluppare una forte demotivazione e resistenza verso la scuola;
- Depressione o disturbi emotivi: in alcuni casi, il rifiuto scolastico può essere un sintomo di un problema emotivo o psicologico più profondo, come la depressione o un disturbo d’ansia generalizzato.
Questi aspetti possono essere accompagnati poi da alcuni comportamenti tipici che è utile tenere a mente per capire poi come procedere. Un bambino/ragazzo che non vuole andare a scuola, per esempio:
- Fa fatica ad alzarsi la mattina;
- È spesso in ritardo o cerca qualsiasi modo per evitare la scuola;
- Non manifesta un buon rapporto con compiti e verifiche/esami;
- Si mostra disinteressato per qualsiasi tipologia di attività scolastica, anche magari quelle più coinvolgenti ed entusiasmanti;
- Si isola da un punto di vista sociale;
- Non parla mai della sua vita scolastica.
In che modo i genitori possono aiutare i propri figli a essere più responsabili?
- Riprendendo quanto detto prima, la prima cosa da fare è mantenere la calma e cercare di capire qual è il motivo del rifiuto scolastico in modo tale da gestirlo nella maniera più adatta possibile;
- Anche se per molti genitori questo risulta difficile da accettare, bisogna ricordarsi che la scuola non fa per tutti e che alcune persone preferiscono dedicarsi a professioni più pratiche e inserirsi il prima possibile nel mondo del lavoro;
- Estremamente importante è una comunicazione aperta e sincera, che permetta di capire tutti i punti di vista e che faccia sentire i figli a loro agio, ascoltandoli e rassicurandoli;
- Aiutali a creare una routine stabile, gestendo in maniera efficace le varie attività e il tempo a disposizione. Spesso i bambini/ragazzi hanno difficoltà nel capire come suddividere le giornate e a che cosa bisogna dare la priorità, quindi dargli una mano in questo senso potrebbe risultare davvero utile;
- Studia con loro, per farli sentire meno soli. Trovare dei metodi più coinvolgenti o magari anche divertenti potrebbe essere una spinta in più per impegnarsi e ritrovare quell’interesse verso la scuola;
- Collabora con la scuola, la quale può monitorare maggiormente la situazione e fornire supporto aggiuntivo.
Quando rivolgersi a un professionista?
Se il rifiuto scolastico persiste per diverse settimane nonostante gli sforzi dei genitori per comprendere e risolvere il problema, è importante considerare di rivolgersi a un professionista.
Segnali di allarme come l’ansia intensa, sintomi di depressione, forte isolamento sociale o un calo significativo nel rendimento scolastico possono indicare che il figlio sta affrontando difficoltà emotive o psicologiche che richiedono un intervento specializzato.
Psicologi infantili o adolescenziali, terapeuti famigliari o counselor scolastici possono aiutare a identificare le cause profonde del rifiuto e sviluppare un piano di trattamento adeguato, offrendo supporto sia al figlio che alla famiglia.
Perciò, intervenire tempestivamente con l’aiuto di un esperto può prevenire l’aggravarsi del problema e favorire un ritorno positivo alla vita scolastica.
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