La lontananza dai genitori o dalle figure di riferimento per i bambini è difficile da gestire. Durante la prima infanzia, in particolare, è normale provare ansia e paura quando i genitori non ci sono. In questo articolo vediamo cos’è l’ansia da separazione e alcuni consigli per aiutare i bambini a gestire la lontananza con più tranquillità.

Che cos’è l’ansia da separazione

L’ansia da separazione è una fase normale della crescita dei bambini, che si sviluppa dagli 8 ai 24 mesi. In questo periodo, in particolare dai 10 ai 18 mesi, i bambini tendono a provare ansia e paura, a piangere e a cercare conforto e gratificazione quando devono separarsi dai genitori o dalle proprie figure di riferimento.

È normale che un bambino provi ansia quando è lontano dai genitori, che pianga o che faccia i capricci. Solo dopo i 24 mesi, infatti, i bambini cominciano a capire che le persone per loro importanti ci sono anche quando non sono fisicamente presenti, e che torneranno dopo la loro assenza.

La lontananza può influenzare emotivamente i bambini nella prima infanzia

Diversa è la questione quando è un bambino più grande a rifiutare di separarsi dai genitori, in questo caso si potrebbe parlare di sindrome ansiosa da separazione, che può interferire con il normale sviluppo del bambino.

Non solo, quando le assenze diventano costanti e durevoli è necessario porre maggiore attenzione su come il bambino potrebbe reagire alla lontananza.

Se i momenti di assenza di genitori e persone importanti sono normali e aiutano il bambino a crescere e ad abituarsi alla lontananza, una separazione prolungata o eccessiva può avere un’influenza emotiva importante.

I bambini possono sentirsi abbandonati, insicuri e privi di punti di riferimento, in particolare quando in casa c’è mancanza di comunicazione e non si rendono i figli partecipi di quello che sta succedendo.

Come aiutare i bambini a gestire l’ansia da separazione?

L’ansia da separazione è normale, e per viverla in modo più sereno esistono tecniche per aiutare i bambini a gestire la separazione e diventare indipendenti.

 

  1. Giochi ed esercizi per gestire l’ansia

Fin dalla più tenera età, è utile utilizzare dei giochi per rassicurare il bambino sul fatto che non vedere il genitore per qualche momento è normale e non significa essere stati abbandonati.

Un esercizio-gioco utile da fare, ad esempio, è quello del nascondino, oppure quello del cucù, in cui si nasconde il volto tra le mani per non farsi vedere dal bambino, per poi ricomparire poco dopo. 

  1. Non correre subito quando il bambino chiama

Quando siamo in casa, per rendere il bambino indipendente possiamo spostarci da una stanza all’altra senza portarlo con noi

Nel momento in cui si renderà conto di essere rimasto solo e chiamerà, non correremo da lui, ma risponderemo alla sua chiamata dalla stanza in cui siamo, per rassicurarlo della nostra presenza.

  1. Scegliere persone fidate per prendersi cura del bambino

Babysitter, parenti, amici di famiglia e altre persone possono trasformarsi in importanti figure di riferimento per il bambino in caso di assenza dei genitori.

Sono persone che vanno introdotte fin da subito nell’ambiente familiare, da far percepire al bambino come fidate e sicure, con cui farlo giocare, mangiare e svolgere attività quotidiane, per fare in modo che in un momento di assenza si senta tranquillo a restare con loro, senza i genitori.

  1. Comunicazione efficace in ogni momento

In caso di lontananza, è importante rendere chiaro al bambino quello che sta succedendo. Evitiamo le false promesse o le bugie bianche e spieghiamo perché stiamo andando via e quanto tempo saremo lontani.

Nel momento dei saluti, cerchiamo di incoraggiare il bambino a dirci cosa sta provando e non minimizziamo le sue emozioni. Allo stesso modo, poniamoci come un punto di riferimento per lui: se noi siamo calmi e rassicuranti, anche il bambino si sentirà tranquillo e al sicuro.

  1. Creare una routine ed evitare sparizioni improvvise

Uno dei modi migliori per mitigare l’ansia e rendere indipendente un bambino è creare delle routine, in cui comprendere saluti, rassicurazioni sull’orario in cui si farà ritorno, un momento di gioco e di ascolto delle emozioni del bambino.

Può essere utile anche far mangiare o dormire il bambino prima dell’uscita, ed è importante evitare le sparizioni improvvise, per quanto possibile. 

Meglio rendere consapevole il bambino della propria assenza, e soprattutto evitare paragoni con fratelli o compagni di scuola e ricompense che coinvolgono la sua emotività (“se non piangi ti porto un regalo”).

 

L’ansia da separazione è normale, ma in alcuni casi può trasformarsi in qualcosa di più grave. 

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