Esistono contesti ed abitudini del tutto normali, che rendono l’alcool un piacere senza conseguenze. Ad esempio, quando dopo una lunga e intensa giornata di lavoro ci concediamo un aperitivo in compagnia dei colleghi oppure quando, a cena, beviamo un buon bicchiere di vino o un amaro digestivo a fine pasto.
Quando, invece, “l’attaccamento alla bottiglia” si trasforma in un problema a cui prestare attenzione?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità anche solo un bicchiere di vino può essere dannoso. A fare la differenza tra un buon rapporto con l’alcool e la sua dipendenza è, infatti, la valutazione degli effetti che la bottiglia porta nella nostra vita quotidiana e in quella di chi ci sta vicino.
Dipendenza alcolica: i campanelli d’allarme
Come anticipato nelle prime righe, un buon bicchiere in compagnia non ha nulla di preoccupante, né ha nulla a che fare con la dipendenza alcolica.
Per addentrarci nel disturbo dell’alcolismo, partiamo dalla definizione che ne dà l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità):
“ … condizione psichica e talvolta anche fisica, derivata dall’interazione fra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comportano sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psicologici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.”
In questa descrizione si parla di alcolismo, ma anche di tutte le dipendenze in genere, come ad esempio quella data dal fumo.
La dipendenza alcolica nello specifico si può riconoscere facendo attenzione ad alcuni campanelli d’allarme:
- È caratterizzata da un atteggiamento ossessivo: se non si ha la bottiglia nelle vicinanze si inizia a provare ansia;
- Si cerca l’alcool fin dal mattino, appena ci si sveglia;
- Si crea un meccanismo di assuefazione: per ottenere l’effetto desiderato serve assumere quantità d’alcool sempre maggiori;
- Come per qualunque altra tossicodipendenza, anche per la dipendenza alcolica la brusca interruzione di assunzione della sostanza provoca la sindrome da astinenza, caratterizzata da disturbi fisici come nausea, vomito, agitazione, convulsioni e allucinazioni.
Quando l’alcol diventa un’ossessione
Quello che caratterizza qualunque dipendenza, proprio come quella alcolica, è che la sostanza da cui si dipende diventa il centro della vita di chi soffre di questo disturbo.
Se la bottiglia, la ricerca di alcol e la voglia di bere sovrastano qualunque altro sentimento o volontà, allora possiamo parlare di alcolismo o dipendenza alcolica.
Per trovare il piacere e lo stordimento tipici dallo stato di ubriachezza, chi soffre di dipendenza alcolica è disposto a rinunciare alla propria vita: spesso si perde il lavoro, si compromettono i rapporti con parenti ed amici e si compiono atti anche violenti pur di procurarsi il prossimo bicchiere.
Le conseguenze di questo disturbo non ricadono solo sul soggetto dipendente: l’alcool infatti riduce i freni inibitori e deprime il sistema nervoso centrale, causando così scarsa prontezza di riflessi e portando l’individuo ad essere potenzialmente molto pericoloso per sé e per gli altri.
Per superare la dipendenza alcolica è importante affrontare un percorso di psicoterapia mirato e personalizzato, che parta dalle radici profonde del problema per affrontare le criticità e tornare ad uno stile di vita sano e soddisfacente.
Ci si può rivolgere con fiducia al Centro Moses per strutturare un percorso che si concentri sull’interruzione dell’assunzione di alcool attraverso la disintossicazione e la prevenzione delle ricadute.
Il nostro Centro può aiutarti in una terapia che alterni quella di supporto a momenti di partecipazione a gruppi di Auto Aiuto, senza dimenticare un nuovo approccio legato alla Mindfulness integrato alla terapia psico comportamentale.